E’ una patologia di cui soffrono milioni di persone in Italia, più di due milioni in maniera cronica.
Le strategie comunemente usate per arginare il problema prevedono esercizi fisici, farmaci antiinfiammatori, massaggi e terapie olistiche. Le cause più condivise riguardano: la postura, il modo cioè in cui siamo posizionati quando lavoriamo seduti, stiamo in piedi e camminiamo e gli sforzi che eseguiamo nella nostra vita quotidiana. Non approfondiremo nessuno di questi argomenti ma proveremo ad affrontare questa patologia da un punto di vista biodinamico, dal punto di vista della Salute.
Nello specifico affronteremo il tratto lombare.
La riflessione che vorrei portarvi a fare riguarda la funzione delle ossa e dei muscoli. Quando parliamo di discopatie, ernie e “blocchi” in questa zona siamo convinti che le ossa siano il problema principale o quantomeno le protagoniste del nostro dolore. Pensate che se non ci fossero i muscoli, i legamenti e la fascia (tema che approfondiremo in seguito) le ossa non riuscirebbero a mantenersi stabili e lo scheletro cadrebbe. Figuratevi se in quello stato i dischi intervertebrali potessero rimanere schiacciati gli uni sugli altri. Ogni tensione e pressione si perderebbe all’istante.
Allora è colpa dei muscoli se abbiamo mal di schiena? Ma chi è che fa tendere i muscoli così tanto e in maniera cronica?
Per rispondere a queste domande dobbiamo capire da dove viene tutta questa tensione e come si crea.
La tensione è un accorciamento delle fibre muscolari che diventano più rigide e dure, lo scopo è quello di proteggere ed evitare ulteriori colpi e sofferenze. Se cadiamo in terra e battiamo l’osso sacro per qualche tempo avremo la zona della schiena, dei glutei e delle cosce più tesa e rigida così da salvaguardarci da un’eventuale altro colpo.
Il punto però è che i muscoli oltre ad avere un’azione diretta nel mondo grazie all’istinto quindi ad una realtà inconscia, come evitare incidenti in auto, o prendere al volo cose che cadono o tutta la muscolatura liscia deputata al battito cardiaco, digestione e respirazione, sono una sorta di appendice esterna degli organi interni. Si comportano da messaggeri. La postura in primis ci dà un quadro della situazione muscolo scheletrica e con uno sguardo più profondo ed esperto anche della situazione psicologico affettiva. Da qui si evince che potrebbe essere molto più proficuo lavorare sulla salute dei singoli organi e quindi sull’alimentazione che sulla postura che è una diretta conseguenza. Ricordiamoci però che il cibo più “forte” e “invasivo” per l’uomo non è quello che mangiamo o beviamo, ma le emozioni. Ognuno di noi è stato male per aver mangiato o bevuto in maniera malsana ma non c’è confronto con gli stati che si sono succeduti dentro di noi anche per lunghi periodi legati a situazioni emotivamente stressanti, scioccanti o addirittura traumatizzanti.
Tornando alla biodinamica e al mal di schiena osserviamo come in pochissime sedute anche persone allettate da una forte sciatica tornano in piedi, non al top ovviamente ma in condizioni decisamente migliori. Cosa succede durante il trattamento? Grazie al contatto con la Salute del paziente i nodi solitamente localizzati nella zona viscerale anteriore, quindi intestino, iniziano a sciogliersi. Il paziente sente la pancia che inizia a sgonfiarsi e ad alleggerirsi e la curva lombare lentamente scende dando la sensazione di aderenza al lettino. Le gambe diventano prima pesantissime poi come se non si sentissero più, in seguito anche le braccia, la testa e il resto della colonna diventano pesanti fino a perdere il contatto, ora tutto il corpo è come addormentato profondamente in una sorta di torpore piacevole. Le tensioni intravertebrali si rilasciano e la pressione diminuisce. La muscolatura “lascia andare”. Spesso in questa fase il paziente si addormenta o rimane in un dormi veglia ristoratore e rigenerante. La mente è come spenta e il respiro piacevole e profondo. Vedete come in questo approccio si porta il disagio e il dolore in condizioni di Quiete e spegnimento. A differenza di altri approcci in cui si ingaggiano scontri, pressioni e ulteriori fastidi e dolori per “combattere” la malattia o il disequilibrio strutturale. Alla fine della seduta la persona sente che qualcosa di profondo è cambiato, si sente più leggero, il viso è cambiato è più rilassato e sereno.
Nelle sedute successive poi in base all’esperienza del terapista il contatto potrebbe essere preso anche alla base occipitale o all’osso sacro o dove reputa necessario.
La conclusione è che non possiamo sapere con precisione cosa viene prima in una patologia, chi è la causa profonda del disagio o dove andare a sbloccare perchè ogni scuola di pensiero ha la sua visione: i podologi e ortopedici consigliano plantari, i dentisti i byte per l’occlusione, gli omeopati cure omeopatiche ecc. L’approccio biodinamico non ha visioni specifiche, è un dialogo autentico e profondo con la Salute del paziente e non vi è nessun tipo di manipolazione o “canalizzazione” o cose simili. Il terapista si connette alla biosfera del paziente e al campo che si crea nell’ambiente dove avviene il trattamento il tutto in uno stato meditativo, a quel punto le forze riorganizzatrici e della salute iniziano il lavoro.
Grazie per l’attenzione, per eventuali condivisioni, chiarimenti e domande scrivete sotto nella zona commenti.
Francesco Omar