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Considerazioni sul Craniosacrale Biodinamico

di Roberta Meccoli

 

Il lavoro Biodinamico raggiunge, nel contatto lieve con il ricevente, risultati spesso sorprendenti e veloci. La forza di questo lavoro va di pari passo con la ricerca della quiete.

Il Craniosacrale Biodinamico, per poter agire in maniera corretta e profonda sul ricevente, deve prima aver agito su di noi; più siamo in contatto profondo e continuo con la nostra interiorità, più riusciamo a percepire il sistema del ricevente.

Per  poter raggiungere questa sensibilità e percezione, oltre ad un lavoro continuativo di ascolto Craniosacrale, è necessario anche cominciare a praticare la meditazione, e fare esercizi con il corpo, come lo yoga. Tutto questo ci aiuta a tornare in contatto con la nostra parte più profonda, ancestrale, dove risiede la salute e di conseguenza le maree. A questo livello non c’è bisogno di spiegazioni, concetti, ma è solo il luogo del sentire. Siamo immersi in una frequenza di benessere e di gioia dove ci affidiamo finalmente ad un essenza superiore che ci contiene con amorevolezza. Ecco perché spesso sentiamo la quiete promanare dal cuore, perché è proprio lì che si crea un contatto che va oltre il nostro pensiero razionale. E scopriamo che quello è il luogo ‘vero’, da dove siamo venuti e dove dovremo andare, dopo che lasceremo il corpo.

Questa scoperta, fa si che anche nella nostra vita quotidiana cominciamo ad essere più veri, a dire e a fare cose che sentiamo in maniera reale: non ci inganniamo.

Allora, in modo naturale, anche le sedute di Craniosacrale Biodinamico diventano momenti di verità, nei quali ascoltiamo e parliamo con il sistema del nostro ricevente, che si affida a noi, tranquillamente ed in maniera profonda.

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